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Il progetto

La prima libreria diffusa d’Italia e del mondo

Villagi del libro

L’idea dei “villaggi del libro” è nata agli inizi degli anni Sessanta nella testa di un inglese visionario ed eccentrico. Appartenente alla piccola nobiltà di campagna e discendente da una famiglia d’antiche tradizioni militari, per parte di padre, ed ereditiero delle fortune degli Yardley (la prima grande industria cosmetica, fondata nella seconda metà del Settecento), per parte di madre, laureato a Oxford, Richard Booth immaginò la rivincita della campagna contro la città attraverso “l’insediamento, in un centro abitato situato in una regione pittoresca o turistica, di figure professionali la cui attività dominante è basata sul commercio di libri antichi o d’occasione, di incisioni d’epoca e di tutti i mestieri legati a questi oggetti: rilegatori, cartai, stampatori artigianali, illustratori, corniciai…”

Trasformò nella capitale mondiale del libro usato Hay-on-Wye, il villaggio dove la famiglia possedeva una tenuta, sul fiume che divide l’Inghilterra dal Galles. Negli ultimi quarant’anni è diventato un fenomeno di dimensioni mondiali, con una cinquantina di booktowns o villages du livre disseminati in 25 Paesi, soprattutto in Europa, ma anche in Nord America, Asia e Oceania.

Si caratterizzano per la concentrazione di librerie che vendono libri di seconda mano. Quest’attività primaria ha i suoi corollari: festival, eventi, presentazioni, conferenze, laboratori, workshop. E ha incentivato imprese commerciali più tradizionali: trattorie, agriturismi, hotel de charme, panetterie/pasticcerie, prodotti agricoli a km0, soprattutto biologici. Si è sprigionata così una curiosa e virtuosa alchimia: oltre che a se stessi, i vecchi libri hanno ridato vita a vecchie campagne che si andavano spopolando, apparentemente condannate a una ineluttabile e progressiva rovina.

Questa particolare forma di turismo letterario attrae il più ampio spettro di pubblico possibile, dal bibliofilo alla famiglia in gita domenicale. Ha riposizionato sulla mappa piccole comunità tagliate fuori dai più importanti flussi turistici, e tuttavia con una loro forte identità.
 

La Valle dei Libri​

È nata su iniziativa di sette soci fondatori, che hanno dato vita all’Associazione di promozione sociale “Amici della Valle dei Libri”, senza scopo di lucro. Successivamente è stata creata l’impresa sociale “La Valle dei Libri srl”, anch’essa senza scopo di lucro, che gestisce le attività sul territorio.

È un progetto di sviluppo territoriale sostenibile, nel quale i libri sono il pretesto necessario con lo scopo di: promuovere il territorio; creare opportunità di lavoro per i giovani, che gestiscono le librerie e fungono da operatori culturali organizzando eventi, corsi e laboratori; dare lavoro alle aziende locali (la catalogazione dei libri è fatta da cooperative piacentine; tutti gli allestimenti delle librerie sono realizzati da aziende e artigiani locali); educare alla lettura; e, infine, esaltare le eccellenze della zona, in particolare enogastronomiche.

L’Appennino emiliano è una collocazione ideale perché Piacenza costituisce uno snodo autostradale facilmente raggiungibile da tutto il Nord d’Italia e da gran parte del Centro, ma soprattutto si trova a soli 50’ da Milano.

A livello internazionale, la Valle dei Libri è il primo caso in cui l’idea originale di Booth è estesa a un territorio e non concentrata su un borgo.

I Donatori

Tutti i donatori

Regione Emilia-Romagna
Fondazione di Piacenza e Vigevano
Comune di Agazzano
Comune di Gragnano Trebbiense
Confesercenti Piacenza
Beretta Associati
M.C. Elettrica di Marco Chieregato
Giorgio Milani
LibriBianchi di Lorenzo e Simona Perrone

Partner

Fornitori ufficiali

Carpenteria Carbone
Falegnameria Bi.Emme

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